mercoledì 1 febbraio 2012

I 30 anni e il panico da esame

.... che non c'è. Almeno per ora, quando mancano 13 giorni al primo (che può essere sia Geometria Descrittiva che Urbanistica, dato che per entrambi gli appelli sono il 13 e il 27, e io mi sono prenotata a tutti e due).

Oggi, studiando a casa di un collega per l'esame di Fisica Tecnica, è uscito l'argomento "panico da esame" e  mi è stato fatto notare che io sembro serena e pacifica mentre tutti gli altri tremano e si gonfiano d'ansia già da un po'.
A scatenare l'argomento è stata una scenetta degna del miglior Fantozzi d'annata: il fratello del mio collega, sbadatamente (ed evidentemente non facendolo apposta) scollega dalla rete elettrica il pc dove un altro collega stava lavorando tutta la mattina, e ovviamente non era venuto in mente a nessuno di "salvare"... risultato, tutto da rifare. Seguono scene di isteria e urla, e insulti da far rabbrividire (e sbellicare dalle risate).

E mentre a qualcuno iniziava quasi a scendere una lacrima, io tranquilla dico che infondo sono cose che capitano, e che non è il caso di farne un dramma. Mi hanno guardato come se fossi un'aliena, e mi hanno chiesto come facessi a stare calma e serafica nonostante lo stress e i quattro esami da dare in meno di un mese.
Per rispondere mi ci è voluto un po', ma credo che il "trucco" (se così si può chiamare) sia quello di pensare che studiare è un piacere, e che infondo i problemi della vita sono altri. Verrebbe da dirvi le bollette i casini sul lavoro perdere un genitore, ma a parte queste catastrofi, in genere, credo che non si debba cadere nella trappola dell'ansia per qualcosa che fondamentalmente si è scelto di fare.

Io ho scelto, e difeso con le unghie e con i denti, questo mio ritorno all'università, che mi voglio godere fino all'ultimo secondo, per cui vivrò l'adrenalina -che c'è, non lo nego- per gli esami, come un regalo, una sorta di "droga naturale" che lascia, ad oggi, solo buone sensazioni. Quando i ragazzi con cui studio mi chiedo se andrei in Erasmus, come se fosse un'esperienza imperdibile, io rispondo che sono già in Erasmus, e per di più per un anno e mezzo. E come ogni studente dovrebbe fare, nell'esperienza più esaltante della vita universitaria, non ci penso nemmeno un secondo a farmi rovinare questi "momenti di trascurabile felicità" dal panico pre-esami. Resto serena.

Almeno per ora.


E nel frattempo, per non farmi mancare niente, cambio pure casa. Domani, neve permettendo.
Quindi ne approfitto per ringraziare i miei coinquini Isaac e Valentina, sperando di non perderli di vista, perché è stato davvero un piacere vivere con loro.

1 commento:

  1. Mi fa piacere che il mitico asilo-millepiedi sia ritornato in scena per ricordarti che le notti insonni passate sul tecnigra..sul PC sono un'esperienza fondamentale della vita universitaria. Buone caffettiere notturne.

    P.S. hai tenuto il primo progetto vero? Perchè normalmente io dopo sei mesi di modifiche finivo puntualmente per ripresentare quello della prima revisione...

    P.P.S. forse Engy si ricorda di una certa scenetta -avvenuta in Domus- simile a quella del PC scollegato... pensava di staccare la sua spina e invece si è confuso e ha staccato quella accanto, indovina di chi?
    Probabilmente è anche questa una cosa imprescindibile. E probabilmente gli fischiano ancora le orecchie: se ben ricordo i decibel prodotti dal mio strillo di rabbiosa e impotente disperazione rivaleggiavano con un jet sulla pista in decollo.

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