mercoledì 30 novembre 2011

Dove si compra il mordente?

Letteralmente, dal dizionario:
mordente [In funz. di sost.] - Sinonimi: aggressivitàcarattereverve || Vedi anche: briopersonalitàspiritovitalitàvivacità.


E come fare se un bel po' di persone ormai ti chiedono dov'è finito il tuo brio? Perché chi mi conosce sa bene che io di vitalità e vivacità ne ho -avevo?- da vendere (a parte nelle ore spaparanzata sul divano, ma ormai chi se le ricorda più...).

In sostanza, l'assistente di Progettazione mi ha detto che devo cercare di caratterizzare meglio, che devo dare incisività al mio asilo, trovargli una sua essenza, e divertirmi a progettare.... il mio asilo, per il concept che ha adesso, "manca di mordente".

- mi sono presa però un paio di complimenti per il coraggio di riprendere a studiare dopo dieci anni di stop ^_^-

Abbiamo anche parlato di impianto a basilica, impianto a croce greca, ma anche di spirale, insomma tutto quello che si può ricavare da una forma pura come il quadrato. Ma il mio, aule a sud, e servizi a nord, con una grande navata vetrata al centro, a dirla tutta, faceva davvero schifo. Eppure mi sembrava un'idea geniale, una "glass box" in cui i bimbi potessero divertirsi a colorare le vetrate e a fare le scivolate nel pavimento di gomma.  A vederlo adesso mi fa venire il voltastomaco (e per fortuna la pasta al pesto della cena era buona).

(giudicate voi, ma siate clementi, vi prego)

A parte il fatto che stasera, a furia di scomporre e ricomporre mi sembra di aver tirato fuori la brutta copia di un quadro di Mondrian, più che un'ipotesi piena di brio ed incisività per il progetto di un asilo,  non è di certo la critica (giustissima) sul concept del progetto, che mi ha perplesso.

Giusto un paio di post fa vi parlavo del mio amico Luca che mi diceva che mi mancava il mordente... e che il mio CollegaMoltoGiovane a modo suo faceva la stessa osservazione... ma allora è davvero così?

Può essere che tutta l'adrenalina per questo cambio di vita piuttosto radicale mi abbia davvero fatto perdere tutta la grinta, svuotandomi di entusiasmo e brio, che da che mondo è mondo mi contraddistinguono?

Quello di cui sono sicura è che a Laboratorio stasera, avrei potuto rimettere mano al concept, ma sono rimasta "ammaliata" ad ascoltare l'Architetto Sancineto -che ad ora è la scoperta più entusiasmante dell'intero semestre... vorrei che leggesse questo blog semmai dovesse avere un calo di autostima (vorrei lo leggesse comunque, ma boh)- mentre in modo ineccepibile trovava i punti critici nel concept di ognuno e ne suggeriva nuove suggestioni per potercisi muovere senza restare incartati, in modo (lui sì, ahimé!) ironico e brillante. Credo che il vedere in uno schema di progetto un cofanetto da trucco o un bracialetto che si snoda, sia davvero frutto di intuizioni geniali, e non so nemmeno quanto queste siano volute.... quel che è certo è che abbiamo fatto una revisione che a molti (me per prima) ha lasciato una scia di gioiosità che ci permetterà di lavorare con il sorriso sulle labbra, e quindi meglio.
Per inciso, il mio sembrava una fabbrica dei bambini, qualcosa alla Metropolis.... e non vi dico altro. Almeno il cofanetto da trucco è utile.... vabbé.

Mi porto dietro parole che fanno riflettere, e spronano: giocare con le forme, riallenare la mente a progettare,  montare e smontare gli elementi, costruire uno schema per poi divertirsi a romperlo. Ricordarsi che i bimbi dentro ad un asilo ci devono giocare, e quindi non possiamo inscatolare tutto....
in altre parole, le mie, e parafrasando un po', esce che devo trovare la forza di uscire dall'etichetta che mi sono appiccicata addosso, e riappropriarmi della mia autoironia, senza paura, ROMPENDO GLI SCHEMI.

Comincerò da questo asilo, passando per me stessa... smetterla di guardarmi come una "troppo grande" o magari "inadeguata" per entrare in quello che ora è la mia vita, una nuova opportunità per diventare quello che voglio essere, senza rinnegare quello che ho fatto fino ad ora, ma recuperando la verve, e la voglia di stupirsi ancora per quanto arriverà.

Come dire, smettere di guardare un quadrato come quattro linee, e vederci le infinite possibilità che esso contiene!

sabato 26 novembre 2011

Ornamento è delitto

Bene.
Stamattina mi sono svegliata a mezzogiorno, cercando di capire se i crampi allo stomaco erano i residui del male di ieri sera, oppure era solo fame.
Ci ho pensato un attimo, e ho deciso che non me ne fregava nulla, ma non sarei rimasta in casa un minuto di più.
Doccia, un po' di trucco (bisogna pur coprire le occhiaie ad una certa età), e via in facoltà.

E' stato un piacere avere tutti i colleghi piccoli che mi chiedevano come stavo.... quasi come tornare a casa.............. casa? vogliamo parlare di casa? quale casa?

HO MESSO LE TENDE DA CHIARA, GIORGIO E GABRI.

e quindi, questo post, molto corto per la verità, è scritto dal Mac di Chiara, per cui non voglio approfittarne troppo, visto che approfitto pure del pouf-letto, ma valeva la pena postare il leit-motiv della casa....


GRAZIE COLLEGHI MOLTO PICCOLI!!!! (tanto poi mi faccio voler bene cucinando...)

mercoledì 23 novembre 2011

Caffè nero bollente, film e post senza mordente (che fa pure rima)

Voce 1: "manchi di mordente"
Voce 2: "il fan-club chiede post più lunghi e narrativi"

E come si fa, se hai un raffreddore tremendo che ti attanaglia? e pensieri in numero enorme e confusi che ti ronzano in testa che nemmeno uno sciame d'api?

Ecco, lo chiedo a voi, cari amici. Come si fa?

Sono nella mia casa romana, avvolta nel mio pigiamino col gatto nero disegnato sul davanti, sotto il piumone viola preso in saldi al Panorama, con una straziante e quanto mai biografica canzone nelle cuffie dell'iPod


ancora con l'influenza, ancora con la tosse e un bel po' di fazzolettini consumati. Per soffiarmi il naso, s'intende. (lo specifico perché poi voi pensate male).

Dovrei studiare ma il raffreddore mi fa lacrimare gli occhi e non riesco né a leggere né a disegnare....  preferisco quindi compiangermi e lamentarmi, dell'influenza, del fatto che sono sola nonostante abbia un marito, del fatto che ho ormai oltrepassato i trent'anni e che poco ho da spartire con la maggioranza delle persone con cui sto studiando, del fatto che quest'anno mi salta il capodanno a Venezia, del fatto che mi ficco sempre in situazioni improbabili (provate a confutare: che questa anacronistica vita universitaria non lo sia?), del fatto che le cose prevedibili e la vita tranquilla mi annoiano quando alla mia età dovrebbero iniziare a confortarmi, e si, anche del fatto che fa freddo e piove.
E come la canzone di cui sopra, ammazzo il tempo bevendo caffè nero bollente, aspettando la telefonata del collega che mi aggiorna sulla lezione di Urbanistica.

Però mi manca il mordente anche oggi, e anzi, mi viene la malinconia: non ho battute sarcastiche o intuizioni sagaci da sottoporvi, nemmeno perle di saggezza universitaria da condividere, solo voce rauca, naso tappato ed umore nero.
Avrei voglia di una serata vagamente alcolica fatta di confidenze di battute a doppio senso di chiacchiere da bar, e di corse notturne per strada, di cazzate al sapore di vodka alla pesca.... avrei voglia di mio padre che mi viene a prendere al chioschetto, dei suoi rimproveri perché mi sono seduta in braccio al mio fidanzatino, o delle sue punizioni per aver fatto sega a scuola andando al Centro Sociale Occupato.. avrei voglia di Libreria Toletta e dei libri venduti a peso, di Venezia e delle frittelle untissime della Madonna della Salute, di osservazioni lapalissiane, di tempi comici imparati al DAMS senza laurearsi, di scorpacciate di Nutella rubata.... avrei voglia del divanone bianco, delle serate pizza-cinema-coccole, dei riccioli di Fabri, e dei gatti che dormono sui miei piedi.
Ma avrei anche voglia di ciambelline al vino, di grappa barricata, e di passeggiate notturne ai Castelli, inerpicandosi su strade impraticabili dalle quattro ruote, di improbabili risotti allo zafferano inventati sul momento, di castagne arrosto, di passeggiate al Pincio e di Daniele Silvestri che canta in piazza del Popolo, avrei voglia di colleghi molto piccoli e di pizza con la mortazza.
Qualcuno tra voi penserà che invece mi basterebbe del sesso. O forse basterebbe solo che guarissi da questa cavolo di influenza.

Nel frattempo faccio scorpacciate di latte caldo e film in streaming.

lunedì 21 novembre 2011

Paracetamolo ed esoneri

Siamo in pieno novembre, e come tutti gli universitari sanno, questo è il periodo cruciale degli esoneri, il primo dell'anno. Dopo un mese e mezzo di lezioni viene testato il nostro livello di apprendimento, e quindi ci accingiamo a dare prova di ciò che finora abbiamo assimilato.
Ma novembre è, come tutti sanno, anche il mese dei raffreddori, delle influenze e dei primi malanni.
Vuoi che la settimana scorsa ero in Sardegna, con 24 gradi e le mezze maniche, e che qui adesso ce ne sono scarsi 8, di gradi, e che nemmeno il piumone mi salva... insomma, da stamattina ho fatto già una ventina di starnuti. Ho gli occhi che mi bruciano, fatico a respirare e la concentrazione è più che mai labile.
E domani ho l'esonero di Fisica Tecnica.
A dire il vero è una settimana piena, questa: domani Fisica Tecnica, mercoledì revisione di Urbanistica, e venerdì prima consegna di Geometria Descrittiva. Per fortuna la consegna di Progettazione 2 l'abbiamo fatta la settimana scorsa (e anche l'esonero di Geometria Descrittiva, di cui tra un paio di giorni dovrei sapere i risultati) e almeno su questo fronte abbiamo giorni tranquilli.
Speriamo di essere in forma, domani, anche se a dirla tutta mi sembra che stia peggiorando, e che da stamattina, nonostante il paracetamolo da 1000, io stia decisamente peggio.
Quello che non so è cosa succederebbe se dovessi avere la febbre e non riuscissi ad andare all'esonero (e, diciamocelo, non è che io mi senta proprio così pronta). Come va dato l'esame? E' bene che io faccia qualche telefonata ai colleghi per capire, perché ho proprio l'impressione di avere la febbre incipiente. Io odio la febbre anche quando sono a casa coccolata da marito e mamma, figuriamoci ora e qui, che sono da sola!
Per fortuna, ho, da ieri, quattro nuovi gatti neri che mi fanno compagnia! :)
(creazione in carta, matita nera, biadesivo e specchi ikea)

domenica 20 novembre 2011

Odissea Ikea

Dopo un mese e mezzo a Roma, mi sono resa conto che qui le distanze sono dilatate. Mi spiego: a Cagliari, con la macchina, arrivi da una parte all'altra in massimo mezz'ora. Qui a Roma, anche se hai la macchina tua, se vai dall'Eur alla Bufalotta ci metti minimo due ore in mezzo al traffico.
Ma che ne è se ti devi spostare con i mezzi pubblici?
La prima osservazione è che Roma, nonostante sia tra le città più grandi d'Europa, ha solo due linee della metropolitana, a differenza delle (mi sa) 15 di Parigi e di quelle innumerevoli di Londra. Significa che il resto del trasporto pubblico è affidato ai bus e ai trenini (che, guarda caso, come ieri, sono talmente incasinati che si scontrano pure tra loro -se volete leggete qua Corriere della Sera - Roma - notizie - ). E quindi, anche se in macchina per andare da un punto ad un altro ci metteresti, che ne so, venti minuti, coi mezzi ci impieghi due ore.

Ieri mattina mi è preso il trip della sistemazione della stanza. Ho iniziato alle 9, con la signora del piano di sotto (che, o è sorda, o ha una pazienza infinita), che si è sorbita una mattinata di mobili spostati trascinandoli sul pavimento. Risultato: un'altra stanza. Ora sembra più spaziosa e la mattina, come mi sveglio, vedo il panorama perché il letto guarda dritto la finestra. Ma ovviamente mi mancano un sacco di cose, e quindi decido di andare all'Ikea. Premetto che questa decisione è maturata alle tre del pomeriggio.... insomma mi preparo e vado. Prima il 772, poi la metro B fino a Termini, poi la metro A fino ad Anagnina e poi il 507...... poi mi chiama mia mamma, mi distraggo e salto la fermata. Al primo posto utile scendo e prendo il bus in direzione opposta, e finalmente scendo alla fermata giusta. Ma non vedo lo scatolone blu con la scritta gialla. Insomma, menomale che esiste il navigatore sul cellulare, sennò credo che avrei perso la pazienza e sarei tornata indietro. Una camminata di 800 metri e finalmente varco la soglia delle mondo delle meraviglie svedesi. Ore 17.50.
E' ovvio che se avessi avuto la macchina avrei preso effettivamente tutto quello che mi serviva, compreso un mobiletto per la tivvù (che ho visto e costa 17 euro), ma mi sono limitata a cose facilmente trasportabili e leggere. Uno specchio, attrezzatura per l'armadio, un altro specchietto da tavolo, un fermalibri e delle decorazioni adesive per il muro. Volevo comprare tre cornici, costavano 3 euro e mezzo, ma 50x70 erano troppo grandi per il trasporto in metro. E poi ho visto mille cose per i regali di Natale.

Speriamo di andarci con (la macchina di) qualcuno, la prossima volta.

giovedì 17 novembre 2011

Anche i duri piangono

Il giovedì è sempre la mia giornata nefasta della settimana. Vuoi perché è l'unico giorno senza lezioni, che quindi si traduce di solito in un giorno in solitaria, vuoi perché devo studiare da sola e mi rendo conto che il cervello non è allenato, ma il giovedì mi prende sempre la malinconia.
Oggi poi, mentre preparo la consegna per Progettazione 2, e studio per il primo esonero di Geometria Descrittiva (tutto domani), e mentre combatto col mal di schiena e i piedi freddi, mi sento veramente KO.
Complici anche i termosifoni rotti, e, se volete, anche lo sciopero dei mezzi pubblici.
La settimana scorsa ero a casa, in Sardegna, dove c'erano 24 gradi, e dove il letto era "riscaldato dall'interno" dal maritino, che questa volta non ha protestato per i miei piedi freddi messi a scaldare sulle sue sue gambe. Diciamo che il rientro è stato traumatico, ma per fortuna lo stuart di Ryanair (la frase "la luce è quella lì dove c'è la lampadina" resterà agli annali) e un amico con  il quale ho viaggiato, hanno alleviato il dispiacere del distacco da casa.
Però l'Università mi piace, mi piacciono anche i colleghi, con i quali mi sembra di giocare alla "sorella maggiore". Mi piace quello che sto studiando, e non mi pesa per niente.
Geometria Descrittiva è forse un po' macchinosa per me, ma mi rendo conto che sia utile, ho perfino iniziato a schizzare sui fogli improbabili assonometrie di edifici inventati, e, stupendomi, mi vengono bene e non tutti sproporzionati come prima.
E l'esame di Progettazione 2, beh, è finora quello che mi entusiasma di più. Mi piace l'idea dell'asilo, ho già un sacco di idee su come farlo, e non vedo l'ora di mettere tutto nero su bianco.
Vogliamo parlare di Urbanistica? il prof è un vero spasso, divertente, arguto, accattivante, sa come far piacere una materia che è (fondamentalmente) un dedalo di leggi e normative. Menomale.

Ma oggi (perché è mia ferma intenzione cazzeggiare anziché studiare) vi voglio raccontare dei miei colleghi, o almeno di un paio di loro. Ragazzi che hanno voglia di imparare. Questa è stata la mia impressione. Sono persone solari, anche se loro si definiscono "matti": io credo che non abbiano ben capito chi è la vera matta, perché a dire il vero io li vedo "regolarissimi" mentre quella fusa di cervello mi sembro io. Martedì sera mi hanno invitato a cena da loro. Come capita spesso, mi sono messa ai fornelli (Turgatto, come vedi non hai l'esclusiva ^_^ ) e questo ha fatto in modo di creare una sorta di "complicità" con i padroni di casa, e gli altri ragazzi presenti. La serata è volata, serena e liscia come l'olio, e in un batter di ciglia era mezzanotte. Mi hanno praticamente impedito di mettermi sui mezzi pubblici per tornare a casa e mi hanno preparato un letto improvvisato: ho dormito lì.
Mi sono sentita bene, e l'impressione netta di essere "fuori quota" è quasi svanita. La loro ospitalità, la loro gentilezza è stata disarmante. Sinceramente non ci sono abituata. Ma questa è una piacevole sorpresa.

Ieri a lezione uno di loro mi ha detto "mi casa es tu casa, vieni quando vuoi". Beh, ragazzi, sinceramente, di quel ORNAMENTO E' DELITTO appeso al soffitto, non se ne può più fare a meno. E poi devo decorare quell'orrido lampadario e trasformarlo in un oggetto di design.

PS
Martedì avremmo dovuto fare una foto per inserirla in questo post, ma il chianti, e il liquore al pistacchio, assieme alla castagne arrosto, ce lo hanno impedito.