mercoledì 4 luglio 2012

Caronte e gli alieni

... ovvero come trovare mille scuse ed ostacoli immaginari per non riuscire a studiare.

Sono 4 giorni che giro per casa in tenuta da spiaggia nella speranza di affrontare di petto (ehm... ) 'sto stronzo di Caronte che è venuto a rompere proprio in piena sessione estiva, ma né il bikini, né il ventilatore puntato perennemente in faccia, né i litri di acqua in frigo e nemmeno il gelato con i brownies riescono a salvarmi.
Appena tento di poggiare il culo sulla sedia per studiare mi viene l'irrefrenabile impulso di fare qualunque cosa pur di non stare lì, a fissare il libro o gli appunti di Meccanica. Quasi capisco Sara Tommasi quando dice che ad ordinargli la svolta porno della sua carriera sono stati gli alieni. I suo sono burloni, ed invece i miei sono ignoranti e molto molto cattivi. Ma tant'è, anche volendo fare a cambio, io non c'ho il fisico per il porno. E quindi i miei alieni si divertono a farmi girare a vuoto in casa, tra il bagno, il divano e il frigorifero, mentre tento di raccapezzarmi con linee elastiche e travi iperstatiche, e non c'è niente ma proprio niente da fare.
E ovviamente il caldo non aiuta. Il grado di concentrazione al di sopra dei 35° cala in maniera repentina, e quindi mi trovo a studiare di notte, combattendo il caldo con l'umidità che si respira nel terrazzo del 7° piano. E lo stesso farò stanotte, la famosa notte prima degli esami anche se non c'è Venditti a cantare, o quel figo di Vaporidis ad inginocchiarsi sui sampietrini per solidarietà amicale (si beh, non ci sono i selci sotto casa mia, e soprattutto perché Vaporidis dovrebbe inginocchiarsi qua sotto?). Si preannuncia quindi, come ormai mi sono abituata a fare, una notte in bianco, a cercare di rimettere ordine nelle idee (come sempre poche e molto confuse) per l'orale di domani, sperando di scucire almeno un 18, da tanto è il casino che ho in testa.

O magari mi prendono gli alieni, e mi portano su una spiaggia alle Fiji, chissà.


domenica 1 luglio 2012

4 mesi, un semestre e un compleanno

Scrivo oggi, quando sono passati 4 mesi, appunto dal mio ultimo post.
E oggi faccio 34 anni.

A chi mi ha chiesto, in tutto questo tempo, come mai non aggiornassi più il blog (e devo dire con stupore che sono stati parecchi), ho sempre risposto che me ne mancava il tempo; in parte è vero, ma in parte non l'ho più fatto perché ho smesso di pensare che la mia fosse una sorta di avventura straordinaria. 
Oggi invece mi sento più "anacronistica" che mai.
Non so come spiegarlo, ma è come se avessi due vite. Il che è perfettamente normale, se penso che ho una casa (e l'IMU da pagare) e un marito in Sardegna, e un lavoro che mi porta in giro per l'Italia, ed invece io mi ostino a vivere a Roma, studio, preparo esami, esco e mi circondo di ventenni esattamente come se io fossi una di loro.
Ma non lo sono. Faccio i conti con il fatto che sto percorrendo una strada impervia, fatta di sacrifici chiesti a persone che avrebbero solo bisogno che io smettessi di sognare, e tornassi coi piedi nella realtà.
Faccio i conti, stanotte, che oggi non avrò mio marito ad abbracciarmi, e a farmi gli auguri nel suo modo tenero e stralunato, come mi ha abituato da 16 anni a questa parte, e non ci sarà mia mamma a preparami la stessa torta per la 34esima volta.
Ma soprattutto, come negli ultimi due anni, mancherà mio padre, l'uomo per cui faccio tutto questo. E' la sua la mancanza più acuta, e restano solo vecchie foto e il ricordo sfumato della sua voce. Che però a chiare lettere, sempre, chiede questa laurea che ora sembra talmente vicina da poterla quasi toccare.

E quindi oggi, rieccomi nella capitale, dopo un mese di lavoro su e giù per l'Italia per cercare di non dimenticare chi sono e il lavoro che faccio, a soffrire per un caldo infernale e cercare la concentrazione per preparare gli esami di questo semestre.
Sembrava più semplice e tranquillo del precedente, 4 mesi fa quando ho scritto qui l'ultima volta, ed invece si è rivelato molto, molto complicato. Avere a che fare con una professoressa super impegnata in mille progetti e con un corso, quello di Costruzioni, per niente facile, ha imposto dei ritmi altissimi, che non sempre sono riuscita a conciliare, soprattutto con il mio lavoro, che per quanto abbia voluto mettere un po' in disparte, mi ha preso abbastanza tempo. C'è da dire poi che la bassa frequenza delle ultime revisioni e la mole del materiale da produrre per l'esame sono due ostacoli abbastanza difficili da superare, e tali da avermi fatto pensare più di una volta di desistere. Ma non lo farò (maledetta testa dura!) e cercherò di passare anche questo, a fine sessione. Prima però mi aspetta l'esame di Meccanica delle Strutture: fortunatamente ho passato lo scritto con gli esoneri ottenendo un ottimo punteggio di partenza, e ora, venerdì prossimo darò l'orale.
E questa volta, nessun ripensamento per nessun voto. Nessun rifiuto, lo prometto.
Ma l'esperienza migliore del semestre, come avevo previsto, è stata quella a studio da Sandro, un professionista tutto d'un pezzo, creativo ai limiti della genialità, ed estremamente disponibile ad insegnare pure alle teste dure come me. Una esperienza che, dopo anche questa infernale sessione d'esame, spero di poter continuare.

Per cui mi rimbocco le maniche, gomiti ben poggiati al tavolo, culo sulla sedia e occhi sui libri (e sul CAD!)

Voglio però spendere un altro paio di minuti per fare dei ringraziamenti, intanto... giusto perché ai compleanni viene sempre voglia di fare dei bilanci...
innanzitutto a mia mamma, mia nonna e a mio marito, senza i quali tutto questo non sarebbe possibile, e a Luca (il Turgatto) amico di una vita, che è l'unico capace di rimettermi al mondo con un solo, semplice sorriso quando tutto sembra nero pece. A Betta e Giorgio, che festeggeranno con me queste 34 candeline, nel (vano) tentativo di non farmi notare la differenza tra me e loro, e portandomi gli appunti di meccanica (a Giò un grazie doppio per avermi "salvato il culo" all'ultimo esonero). Ai colleghi Gù, Ilaria e Federica per il supporto indispensabile, sempre per Meccanica, e a Giordano e Lorenzo, miei fedeli compagni di strada per Costruzioni (e scusate se spesso sono stata una palla al piede). All'architetto Sancineto per quello che fin qui ho imparato e per quello che ancora avrà voglia di insegnarmi. A tutti i colleghi del Cantiere Navale, con la splendida Martina a capofila, che da un mese non riesco più a frequentare a causa del mio lavoro e dove spero di poter recuperare, nonostante il lavoro. E grazie ai "miei" sposini Andrea e Alessia, che mi fanno capire che in fondo fare la wedding designer non è poi così male, e che posso sempre continuare a farlo anche se diventerò un architetto.

E come sempre, grazie a mio papà.