lunedì 19 settembre 2011

Burocraticamente un salasso inaspettato.

Ho passato il test a Roma: bene.
Ho qualche vecchio credito formativo da riscattare: bene.
Ho un'iscrizione a Cagliari scaduta da un po': bene.

No, malissimo. Le tre cose, burocraticamente sono inconciliabili.

E' tutta la mattina che cerco di districarmi tra le segreterie di Roma e di Cagliari, e non ci ho ancora capito nulla.
Ricapitolando, risulto iscritta "inattiva" (perché non ho più pagato) in Architettura a Cagliari, in sostanza sono uno studente decaduto (si, proprio tipo i nobili che perdono il titolo). A Roma viene fuori che purtroppo il bando non prevede (diciamo che "non ne cita la possibilità" ma non la esclude nemmeno) che si possa chiedere un'abbreviazione di carriera se provenienti da altro ateneo, come invece si era prospettato all'inizio. In questo caso è previsto solo il trasferimento. Quindi devo avere il nullaosta da Cagliari.
Stamattina, armata di tutta la pazienza possibile, vado in Segreteria Studenti a Cagliari e scopro che in teoria non posso chiedere il trasferimento perché decaduta.

Mi si prospetta un vicolo cieco. Ricominciare tutto da capo. Nessun esame riconosciuto.
Qualcuno mi ha anche detto che stando così le cose è meglio lasciare perdere.... ma non ci penso nemmeno, certo, mi scoccia da morire, ma non se ne parla nemmeno di rinunciare.

Insistendo un po' a colpi di lecchinaggio (e botta di culo), qui a Cagliari, si riesce a trovare una soluzione per avere il benedetto nullaosta di trasferimento: pagare le tasse come se stessi pagando il 2010 in ritardo, e quindi rientrando entro i 2 anni, più la tassa del 2011/2012 (che forse viene recuperata, FORSE, in fase di saldo, a Roma). Un "magheggio" che costa in tutto 1030 euro più due marche da bollo. Che si vanno a sommare alla prima rata di immatricolazione a Roma, altri 500 mi pare. Insomma, un salasso, da pagare in pratica entro 48 ore.

Ora aspetto che la Segreteria Studenti di Roma mi confermi che il trasferimento è l'unica soluzione, e quindi mi metterò davanti al centro commerciale facendo finta di avere una gamba rotta e di essere, che so, bulgara, sporca e malata, nella speranza di raccimolare gli spiccioli mancanti (ossia quasi tutti). Posso anche darvi il mio IBAN, sia mai che voleste contribuire.

4 commenti:

  1. Scordatelo.
    Ricominciare TUTTO da capo, adesso, non ha senso. Ma proprio no.
    O forse devi parlare con me, con la Manu, con la Ele, per ricordarti a cosa serve nella vita di oggi una laurea in Architettura? Una cosa è dare qualche esame per completare una cosa non finita; un'altra è imbarcarsi in un'impresa di anni e anni, che non ti da praticamente nulla di concreto.
    Perchè poi c'è il periodo di schiavismo, gli stage, il precariato, l'autoinsufficienza.

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  2. Ups, mancava la seconda parte.
    Visto che "impiegato che vai, risposta che trovi" farai bene a informarti molto, molto, MOLTO bene sull'intrico burocratico che ti porterebbe ad avere il trasferimento.
    Che non venga fuori che tu paghi i milleepassa euro e poi si sono capiti male.
    E ti fanno pure fretta. Vai coi piedi di piombo. Capacissimi di intascare i soldi e poi dirti "ah, scusi, ci dispiace, ritorna al via e scordati il rimborso"... a me è successo uguale col trasferimento Padova-Venezia.
    Prima dovevano passare tutti gli esami, poi dovevo scucire tot centinaia di milalire per ogni esame... andatevene cortesemente al diavolo!

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  3. Liuk ha ragione sul fatto di riniziare da capo, è dura specialmente per gli esami con l'obbligo di frequenza che sono tanti, in pratica non riesci a lavorare. Invece il recuperare solo quelli mancanti beh con la pazienza e la volontà che hai lo puoi fare. Io te l'ho detto ho provato a riscrivermi per fare la specialistica e ti ho detto in che sicuazione mi son trovata, lezioni in ritardo, revisioni in ritardo tempi morti e io dovendo lavorare ci ho rinunciato pur avendo superato l'esame di ammissione. Valuta te, come dicevo ieri metti sul piatto della bilancia tutto quello che ci sta su e valuta con calma!

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  4. In bocca al lupo, cara! Rimettersi in gioco dopo i trenta non è facile, ma si può fare. E comunque sei giovane e hai tutto il diritto di realizzare i tuoi sogni.
    Quando ero io all'università avevo una collega più grande di te, che si barcamenava tra marito, lavoro e lezioni (non ne perdeva una anche se non c'era l'obbligo di frequenza). Tutto questo per 4 anni, perché gliene avevano scontato solo uno, ma lei si è impegnata tanto e alla fine si è laureata in corso col massimo dei voti. Anche lei pagava un sacco di tasse, ma alla fine ne è valsa la pena.

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