mercoledì 23 novembre 2011

Caffè nero bollente, film e post senza mordente (che fa pure rima)

Voce 1: "manchi di mordente"
Voce 2: "il fan-club chiede post più lunghi e narrativi"

E come si fa, se hai un raffreddore tremendo che ti attanaglia? e pensieri in numero enorme e confusi che ti ronzano in testa che nemmeno uno sciame d'api?

Ecco, lo chiedo a voi, cari amici. Come si fa?

Sono nella mia casa romana, avvolta nel mio pigiamino col gatto nero disegnato sul davanti, sotto il piumone viola preso in saldi al Panorama, con una straziante e quanto mai biografica canzone nelle cuffie dell'iPod


ancora con l'influenza, ancora con la tosse e un bel po' di fazzolettini consumati. Per soffiarmi il naso, s'intende. (lo specifico perché poi voi pensate male).

Dovrei studiare ma il raffreddore mi fa lacrimare gli occhi e non riesco né a leggere né a disegnare....  preferisco quindi compiangermi e lamentarmi, dell'influenza, del fatto che sono sola nonostante abbia un marito, del fatto che ho ormai oltrepassato i trent'anni e che poco ho da spartire con la maggioranza delle persone con cui sto studiando, del fatto che quest'anno mi salta il capodanno a Venezia, del fatto che mi ficco sempre in situazioni improbabili (provate a confutare: che questa anacronistica vita universitaria non lo sia?), del fatto che le cose prevedibili e la vita tranquilla mi annoiano quando alla mia età dovrebbero iniziare a confortarmi, e si, anche del fatto che fa freddo e piove.
E come la canzone di cui sopra, ammazzo il tempo bevendo caffè nero bollente, aspettando la telefonata del collega che mi aggiorna sulla lezione di Urbanistica.

Però mi manca il mordente anche oggi, e anzi, mi viene la malinconia: non ho battute sarcastiche o intuizioni sagaci da sottoporvi, nemmeno perle di saggezza universitaria da condividere, solo voce rauca, naso tappato ed umore nero.
Avrei voglia di una serata vagamente alcolica fatta di confidenze di battute a doppio senso di chiacchiere da bar, e di corse notturne per strada, di cazzate al sapore di vodka alla pesca.... avrei voglia di mio padre che mi viene a prendere al chioschetto, dei suoi rimproveri perché mi sono seduta in braccio al mio fidanzatino, o delle sue punizioni per aver fatto sega a scuola andando al Centro Sociale Occupato.. avrei voglia di Libreria Toletta e dei libri venduti a peso, di Venezia e delle frittelle untissime della Madonna della Salute, di osservazioni lapalissiane, di tempi comici imparati al DAMS senza laurearsi, di scorpacciate di Nutella rubata.... avrei voglia del divanone bianco, delle serate pizza-cinema-coccole, dei riccioli di Fabri, e dei gatti che dormono sui miei piedi.
Ma avrei anche voglia di ciambelline al vino, di grappa barricata, e di passeggiate notturne ai Castelli, inerpicandosi su strade impraticabili dalle quattro ruote, di improbabili risotti allo zafferano inventati sul momento, di castagne arrosto, di passeggiate al Pincio e di Daniele Silvestri che canta in piazza del Popolo, avrei voglia di colleghi molto piccoli e di pizza con la mortazza.
Qualcuno tra voi penserà che invece mi basterebbe del sesso. O forse basterebbe solo che guarissi da questa cavolo di influenza.

Nel frattempo faccio scorpacciate di latte caldo e film in streaming.

6 commenti:

  1. Avrei voglia di esaudire i desideri di una collega un pò "anziana"... Ma credo non mi sia possibilie, anche per questioni spaziali... Quindi, in questo inizio di rapporto sIsterico (si potrà dire? Ai posteri larga sentenza...) mi limito ad ascoltare le parole di chi caparbiemente è riuscita ad andare avanti, malgrado tutto, forte di ciò che è dentro.
    Che dire? Appartengo al 99% dei lettori che consiglierebbe una massiccia dose di sesso, ma ti ricordo anche "cca si consumata" fisicamente e mentalmente! Riposa e dai poco peso a questo stato emotivo.
    Ci si vede in facoltà!
    PS: ci terrei a rendere noto che ho scritto questo commento sotto minaccia.
    PPS: aggiungo che lo avrei fatto comunque spontaneamente ;) A Presto.

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  2. caro CollegaMoltoGiovane, se avessi i tuoi anni ti avrei risposto in maniera molto differente.... (giocando con gli innumerevoli doppisensi che leggendo tra le mie e le tue righe possono uscire, nonostante la nostra non-volontà) ma il succo del discorso sarebbe comunque più o meno questo: non prendermi troppo sul serio, che poi sono una delusione, fidati ;)

    Per la massiccia dose di sesso, credo anch'io che sarebbe LA soluzione, ma in questo momento mi manca la materia prima. Che ci vuoi fare..... nonostante la canzone di cui sopra suggerisca, non proprio velatamente, il "faidate", io sono all'antica, preferisco farlo in due ^_^

    Ci si vede in facoltà!

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  3. Premesso che La Pia non mi sembra proprio progettata per pensare razionalmente e "dare poco peso agli stati emotivi", non più di quanto un pinguino sia progettato per un giro in sauna.
    Rivogliamo l'ironia con mordente della Pia!
    Rivogliamo gli immancabili doppisensi di stampo perverso-maniacale della Pia!!!

    Sul punto di "andare avanti caparbiamente" invece la volontà si interrompe, e lascia il posto al dubbio. Dove finisce la determinazione, il coraggio visionario dei forti e inizia l'illusione delirante del sognatore incallito?

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  4. Per essere politicamente corretto, se costretto a sbilanciarmi mi limiterò a porre l'Autrice nel mezzo di questi due estremi, tanto per salvare capra & cavolo.

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  5. Ultimamente, Turgatto, il tuo politically correct mi sta dando sui nervi. Non è così che sei... e soprattutto, così non sei utile. ^_^
    Va bene che questa avventura assomiglia di più all'illusione delirante del sognatore incallito che al coraggio visionario del forte (ma come cavolo ti verranno in mente, dico io, 'ste frasi!) però ti farei notare (con somma stronzaggine, è vero) che te sei quello che "stringe i denti dietro un tavolo dentro a un ufficio senza nemmeno avere il tempo di guardare fuori" -cito il buon Daniele Silvestri, perché non ho la mente poetica ora, solo modulare...- e che quindi, tra i due, io sarò anche la matta, ma te sei un po' alienato.
    La premessa, invece..... i miei sbalzi d'umore sono la cosa che mi sta dando più fastidio. Credo che mi verrà la sindrome bipolare, o qualcosa del genere. Credo che mi farà strabene venire a trovarvi per qualche giorno. Almeno per rendermi conto che sono "recuperabile". Almeno ci sarà il mio "fratellone" ad abbracciarmi e a dirmi che, si, sono matta, ma mi vuole bene uguale. Tra l'imbarazzo generale, questo è ovvio.

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  6. Verrà la sindrome bipolare? Non ce l'avevano già diagnosticata?

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